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Paolo Rossi: «Spero di vedere tanti calciatori italiani al Gran Galà 2018!»

«Spero che il 3 dicembre al Gran Galà del Calcio vengano premiati tanti calciatori italiani, darebbe una bella spinta al nostro movimento che ne ha tanto bisogno». Paolo “Pablito” Rossi, campione del mondo a Spagna ’82, vota per il Made in Italy in un momento in cui la nostra Nazionale stenta a ripartire.

Quanto conta effettivamente un premio individuale nella vita di un calciatore? Lei per esempio ha vinto il Pallone d’Oro, che peso ha?

Contano tanto anche i premi individuali, perché i calciatori vogliono vedere gratificato il loro lavoro. È vero, il calcio è uno sport di squadra, ma questi riconoscimenti vanno a riempire il proprio palmares e danno sempre tanta fiducia e morale.

Facciamo un passo indietro allo scorso campionato, uno dei più belli degli ultimi anni grazie all’appassionante testa a testa tra Juventus e Napoli. Cosa ha apprezzato di più, la mentalità vincente dei bianconeri o il gioco corale degli azzurri?

La vera novità è stata il Napoli e in particolare quello che è riuscito a fare Sarri a livello di gioco. Ha dei concetti chiari che sviluppa in maniera estremamente coerente: fraseggio, palleggio e possesso palla sono i capisaldi che lo hanno portato a sfidare la Juventus fino a fine campionato. Allegri invece è più pragmatico, bravissimo a leggere le situazioni, a cambiare in corsa. Sono un po’ agli opposti: uno è più tradizionalista, l’altro più rivoluzionario. Alla fine la spunta sempre Allegri perché ha una rosa che gli permetterebbe di schierare due squadre in Serie A e perché è bravissimo a gestire tutti i suoi giocatori. Sarri però rimane l’ultima grande novità del calcio italiano.

Oltre a Sarri e ad Allegri, nel campionato passato si sono messi in mostra anche altri allenatori italiani: Di Francesco, Inzaghi, Gasperini… Lei ha un debole per qualcuno di questi?

Mi piacciono tutti, però penso che il nome rivelazione sia Gasperini per quello che ha fatto con l’Atalanta, che resta una squadra provinciale. Da quando è a Bergamo i nerazzurri arrivano sempre subito dietro le grandi, e nessuno è mai contento di affrontarli.

Ibrahimovic, Pirlo, Tevez, Bonucci, Buffon. Sono gli ultimi vincitori del premio “Calciatore assoluto AIC”. A chi lo assegnerebbe lei quest’anno?

Se prendiamo in considerazione le due squadre che hanno dominato la scorsa stagione dico Lorenzo Insigne perché ha trascinato il Napoli fino in fondo. Ma anche Dybala, che comunque ha fatto un grande campionato e ha risolto partite importanti. Questi due hanno fatto spesso la differenza. E poi… Immobile, metto dentro anche l’attaccante della Lazio.

Lei ha sempre mostrato un’attenzione particolare verso i giovani, come dimostra la recente fondazione della Paolo Rossi Academy. Chi sono quei profili Under 21 che potrebbero entrare nella TOP 11 del Gran Galà del Calcio, quest’anno o in futuro?

Calabria e Cutrone. Per me hanno entrambi un grande futuro davanti. Il primo è un ottimo terzino che gioca molto bene a calcio, l’altro è un attaccante veloce e opportunista. Devono però venire fuori in fretta, perché è inaccettabile che oggi i ragazzi italiani maturino a 24 o 25 anni. I top club la domenica ne schierano al massimo due o tre, così non si va da nessuna parte.

Che giudizio si è fatto sulla neonata nazionale di Mancini?

Purtroppo mi sembra che Mancini non abbia ancora le idee chiare. Continua a far ruotare i giocatori perché dice di aver bisogno di conoscerli e provarli, ma bisogna trovare un assetto di squadra il prima possibile. Non ha senso cambiare ogni volta 8 o 9 undicesimi della formazione. L’Italia oggi non è una squadra, c’è poco da fare.

Qual è la sua TOP 11 della scorsa stagione?

Alisson;
Calabria, Romagnoli, Caldara, Biraghi;
Pjanic, Jorginho, Milinkovic-Savic;
Insigne, Immobile, Dybala.

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